Il caffè fa bene o male? Quanti caffè è possibile bere in una giornata? E’ vero che il caffè aumenta il rischio di malattie cardiovascolari? Queste sono solo alcune delle domande che ogni consumatore abituale di caffè si pone quando è in procinto di bere la sua tazzina e a cui cercheremo di dare risposta nell’articolo che segue.
Bere caffè fa bene al cuore: verità o leggenda?
La diatriba se il caffè fa bene o male al cuore è sempre valida ma esistono delle evidenze scientifiche nell’uno e nell’altro caso? In questo articolo vi parleremo dei risultati a cui sono giunti gli ultimi studi effettuati sugli effetti del caffè e della caffeina sul nostro corpo ed in particolare su cuore e sistema cardiovascolare.
Trattandosi della bevanda più apprezzata al mondo ovunque i ricercatori hanno investito il loro tempo e le loro risorse alla ricerca di risposte per rendere il consumo di caffè una scelta consapevole e non dettata dal “sentito dire”. Nel 2015 sulla rivista Heart è stato pubblicato un grosso studio condotto in Corea che ha visto arruolati oltre 25000 soggetti sani, di età media di 41 anni e tutti consumatori abituali (anche se con quantitativi diversi) di caffè.
Dall’analisi di questi dati è emerso un dato interessantissimo e cioè non solo che il caffè sembrerebbe avere un ruolo protettivo per i vasi sanguigni riducendo il rischio di depositi di calcio nelle pareti delle arterie. E cosa c’entra il deposito di calcio con il benessere cardiovascolare? I depositi di questo sale minerale pongono le basi per la formazione della placca aterosclerotica nei vasi sanguigni soprattutto le arterie coronarie e le arterie cerebrali. Le placche aterosclerrotiche a livello delle coronarie e delle arterie cerebrali aumentano il rischio di insorgenza di patologie quali infarto del miocardio e ictus cerebrale.
Il caffè fa bene: ma quanti bisogna prenderne per non avere l’effetto opposto?
Dall’analisi dei dati emersi da questo studio sembra che un consumo giornaliero tra 3 e 5 tazzine si associa a una riduzione del rischio di insorgenza di aterosclerosi coronarica.
Ci sono poi degli studi, di cui uno americano, che pongono l’attenzione su un altro aspetto molto interessante e cioè che la maggior parte delle patologie cardiovascolari ha alla base uno stato infiammatorio, il caffè con il suo elevato contenuto di sostanze antiossidanti sembrerebbe avere un effetto detossificante oltre che di contrasto all’azione dei radicali liberi responsabili dell’infiammazione. Un aspetto importante è che quest’azione prescinde dall’azione della caffeina infatti l’effetto detox è evidente anche con il consumo di caffè decaffeinato.
Dunque, anche il caffè decaffeinato fa bene, e qui cade anche un’altra falsa credenza che vedeva il decaffeinato come il male assoluto.
Fino a qualche tempo fa si credeva che il consumo eccessivo di caffè si associasse ad un aumento della pressione arteriosa e alla predisposizione allo sviluppo di aritmie soprattutto tachicardia e fibrillazione atriale. Queste ipotesi sono suffragate dal fatto che la caffeina, contenuta nel caffè (ma anche in altri alimenti), con il suo effetto eccitatorio potrebbe aumentare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.
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Questo è vero sicuramente quando si superano determinati quantitativi di caffè (e soprattutto di caffeina che è la sostanza psicoattiva contenuta nel caffè) però se ci si mantiene tra le 2 e le 5 tazzine di caffè al giorno non si registra alcun aumento dei valori di pressione arteriosa, neanche negli ipertesi (in quei soggetti che hanno una patologia determinante una pressione arteriosa elevata già di base) né tantomeno un’alterazione della frequenza cardiaca con una predisposizione all’insorgenza di aritmie cardiache.
Come diceva già Paracelso migliaia di anni fa, “è la dose che fa il veleno”, questo vale anche per il caffè e la caffeina; infatti entro certe quantità il caffè ha degli effetti benefici su tutto l’organismo compreso il cuore e il sistema cardiovascolare ma quando si superano certe dosi aumenta il rischio che possano insorgere e prevalere gli “effetti collaterali” quali insonnia, irrequietezza, irritabilità e nervosismo.
C’è però da sottolineare anche che la sensibilità alla caffeina è estremamente personale per cui esistono persone che possono bere una tazzina di caffè prima di andare a letto e dormire serenamente tutta la notte, al contrario, ci sono altre persone nelle quali una sola tazzina causa uno stato di irrequietezza e ansietà.
In conclusione, il caffè fa bene o fa male?
A questa specifica domanda abbiamo risposto in questo articolo correlato che ti consigliamo di leggere: Il caffè fa bene o male? Ecco cosa dice la scienza!
Possiamo dunque concludere dicendo che sicuramente il caffè fa bene al cuore ma su quale sia la “dose” consigliata non resta che fare dei tentativi al fine di testare la propria sensibilità individuale.
Ora che, con questo articolo, abbiamo fugato ogni dubbio su questa annosa domanda, non ti resta che scegliere dal nostro sito il tuo caffè preferito fra decine di miscele disponibili e goderti un momento di puro piacere, proprio come al bar.